Il Piano Operativo è lo strumento di pianificazione urbanistica le cui previsioni hanno una durata di 5 anni, che stabilisce nel dettaglio dove, come e quanto si può intervenire nella trasformazione, valorizzazione e tutela del territorio comunale.
Un Piano composto da oltre 100 elaborati conoscitivi, descrittivi e prescrittivi che hanno l’obiettivo di fotografare lo stato delle risorse ambientali, storiche e culturali, di indirizzarne la conservazione, lo sviluppo e la trasformazione fino a misurarne l’impatto. Una visione partita dall’identificazione del ruolo strategico che Prato riveste nell’ambito regionale e di area vasta e che ha introdotto riflessioni sulla definizione di strategie di sviluppo condivise a tale livello. Un’azione di programmazione sviluppata in sinergia con gli altri documenti di pianificazione strategica e territoriale, tra questi: PAES (Piano di Azione Energia Sostenibile), PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile), PIU (Progetti di Innovazione Urbana), PRIUS (Programma straordinario periferie 2016), Agenda Digitale, Piano Smart City. Il Piano fa propri declinandoli nella specificità pratese, i temi centrali del dibattito europeo e nazionale in corso sulle politiche urbane, risponde alle sfide globali del climate change, ripensa le scale, i metodi e gli strumenti dell’urbanistica come tradizionalmente intesa.
Questo si traduce in una serie di azioni multi scalari un piano di azione che proietta Prato al 2030:
Progetti e programmi
Il Piano è teso al contenimento del consumo di suolo attraverso il recupero e il riuso del costruito esistente. Sul patrimonio di qualità è stata realizzata una campagna di ricerca puntuale dove da edifici di impianto medievale, con pertinenze agricole o di delizia riconoscibili, si affiancano edifici e complessi industriali che hanno fatto la storia della Prato produttiva, ognuno corredato di un apparato conoscitivo e normativo puntuale di aiuto ai professionisti che si troveranno ad operare, un apparato di conoscenza dei valori storici ed economici del bene per i proprietari e di memoria collettiva per la città. Per gli edifici più recenti, non più funzionali o non più utilizzati è data la possibilità di rigenerarsi attraverso demolizioni mirate o complessive dove nuove altezze e nuove configurazioni sono tese a favorire la creazione o l’ampliamento di aree verdi, in un processo graduale di demineralizzazione, dove pareti e coperture si lasciano invadere da una rinnovata natura.
Linee guida di “scala urbanistica”, tese a legare il Piano di Forestazione alle strategie di attuazione, per la definizione delle priorità e quindi per la redazione di un cronoprogramma degli interventi che utilizzino le NBS. A queste si affiancano Linee guida alla “scala edilizia” con individuazione casi studio, best practices, Plant Based Solutions, oltre a criteri di valutazione e indicatori per la misurabilità degli effetti [Nota FT: gli effetti saranno soprattutto sul piano dell’adattamento per certi versi e della mitigazione per altri]. A seguito di studi sul rischio idrogeologico e idraulico su battenti e magnitudo. E’ promosso nel Regolamento Edilizio l’uso di materiali provenienti da riciclo a seguito dell’adesione al protocollo ITACA.
Le indicazioni del Piano riguardanti la riqualificazione energetiche degli edifici prendono avvio dal PAES, a queste si affiancano le richieste di soluzioni integrate di uso del verde in copertura e/o facciata sia per i recuperi che le sostituzioni edilizie. I sistemi di valutazione delle prestazioni energetiche già promosse dalla Regione Toscana e fatte proprie dal Regolamento Edilizio, il Piano Operativo intende arricchirle affrontando con un regolamento specifico estendendo così la valutazione all’intorno urbano, agli spazi esterni: prestazioni urbanistiche/energetiche/ambientali/paesaggistiche di mitigazione che orienteranno la progettazione di ogni singolo intervento.
Il Piano prevede interventi tesi alla resilienza e all’adattamento climatico adottando misure di demineralizzazione sia nei complessi edilizi che della viabilità di maggiore sezione, utilizzando percorsi pubblici (connessioni) anche attraverso gli edifici esistenti evitando l’impermeabilizzazione di nuovo suolo. Ai parcheggi pubblici e privati sono imposti maggiori quantità di verde e garanzia di ombreggiatura, utilizzo di materiali alternativi all’asfalto. Creazione di rain gardens per il contenimento delle acque piovane; obbligo dell’uso dell’elemento acqua nelle piazze. La creazione di una infrastruttura verde costituita da interventi pubblici e privati tra loro connessi. Per le infrastrutture blu, si prevede il recupero delle Gore che attraversano la città costruita da nord a sud, oggi in parte intubate e utilizzate per il deflusso delle acque reflue, il ripristino della vegetazione ripariale e il potenziamento del riciclo delle acque.
Documento integrante e sostanziale del Piano Operativo è il Piano di Forestazione, con le sue visioni al 2030, le strategie, le azioni e gli abachi di intervento costruiscono l’elemento principe di incremento del verde nel territorio pratese. Inoltre come già espresso, ognuna delle norme di attuazione riguardanti interventi pubblici o privati contengono al loro interno l’esplicita richiesta di incremento della componente verde in qualsiasi forma. L’obiettivo di visione propria del landscape urbanisme a cui Prato aderisce vede il territorio verde in cui vanno ad inserirsi isole di costruito. Si intende inoltre creare mappe di criticità, legate alle isole di calore e alla presenza di inquinanti al fine di determinare la priorità e la qualificazione degli interventi, un crono programma degli interventi e una strumentazione attuativa da diffondere alle città italiane ed europee di cui Prato si fa sperimentatrice. Dal caparbio perseguimento dei benefici sanitari che il verde porta con se, alle già sperimentate collaborazioni con le ASL l’Amministrazione intende mettere in atto piattaforme di coinvolgimento di cittadini ed aziende al fine di finanziare interventi di impianto e manutenzione del verde.
Promozione della qualità territoriale: il Piano presenta una normativa articolata e puntuale sulla qualità di edifici e aree indicando criteri e dotazioni necessarie affinché la città pubblica si presenti come un unico grande progetto. Il filo conduttore è la presenza del verde declinato in parchi, aree sportive e ortive, parcheggi dove è indicata la superficie ombreggiata da raggiungere entro 15 anni dall’impianto, connessioni urbane e rurali, verde di connettività (fasce di forestazione lineare); disposizioni specifiche per aree private a diverso indice di naturalità e con funzione di cuscinetto tra area urbana e rurale; l’utilizzo della risorsa acqua in tutte le sue forme; dalle fontane ai rain garden sino ai materiali con elevate prestazioni. Le norme rimangono nel campo urbanistico e demandano a successivi regolamenti attuativi le specifiche tecniche e prestazioni da raggiungere. Il Piano si pone l’obiettivo di 47/mq ad abitante di standard da DM 1444/68 oltre a 14 mq/ab di standard territoriali.
Piano delle funzioni: le 8 Categorie Funzionali (residenza, commercio, artigianato, etc) sono articolate in sotto-categorie ed il passaggio dall’una all’altra, all’interno della stessa categoria è sempre consentito. La disciplina delle funzioni ammette ampie possibilità di rigenerazione dei tessuti urbani e del patrimonio edilizio nel territorio rurale attraverso l’insediamento di nuove funzioni, limitandosi a definire quelle escluse al fine di incentivarne l’insediamento soprattutto in comparti urbani dove le strategie del Piano tendono alla rigenerazione delle componenti economiche e sociali.
Aree di Trasformazione: il progetto strategico del Piano è costituito da oltre 80 schede (interventi complessi) di cui circa 50 riguardano esclusivamente il riuso del patrimonio edilizio esistente. La finalità delle trasformazioni sono: