03 Giu Muoversi e abitare in modo efficiente e rinnovabile: La ricetta per la neutralità climatica nelle città
Un’analisi di scenario effettuata per Verona evidenzia come soluzioni organizzative efficaci e tecnologie efficienti consentirebbero una riduzione dei consumi di energia finale tali da rendere possibile una transizione carbon neutral con la produzione da fonti rinnovabili locali. Edo Ronchi: “Il contributo delle città nella mitigazione della crisi climatica è imprescindibile”.
Efficienza energetica degli edifici, mobilità elettrica e condivisa, elettrificazione dei consumi finali e produzione locale da fonti rinnovabili. Questi gli ingredienti della ricetta per favorire la neutralità climatica delle città, responsabili oggi di oltre il 70% di emissioni di CO2 e sempre di più al centro del problema climatico.
È quanto emerge dallo studio “Verso Città Carbon Neutral. Scenario Verona”, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il Green City Network, con il sostegno di Volkswagen Group Italia e di AGSM AIM e il patrocinio del Comune, presentato il 20 maggio nell’ambito dell’iniziativa Agenda Verona Sostenibilità promossa dal gruppo editoriale Athesis.
Download “Verso città carbon neutral: Scenario Verona”Pubblicato il: 3 Giu 2021
Prendendo la città di Verona come paradigma delle città d’arte italiane, lo studio indaga il potenziale di riduzione degli impatti relativi al muoversi e all’abitare in città. Due aspetti che a Verona riguardano il 70% dei consumi energetici e che più di altri hanno direttamente a che fare con il modo di vivere dei cittadini e le loro abitudini. Nel caso del muoversi, ad esempio, lo studio evidenzia come il 90% degli spostamenti dei cittadini avvengano all’interno del contesto urbano, e come tali esigenze di spostamento siano per il 70% soddisfatte mediante auto private, con oltre 200 milioni di litri di carburanti consumati ogni anno. Dall’analisi del settore residenziale, si riscontra che l’85% delle oltre 122 mila unità abitative, distribuite in 25 mila edifici, risultano energeticamente poco efficienti con consumi energetici che per l’80% hanno a che fare con esigenze di riscaldamento, soddisfatte bruciando 145 milioni di metri cubi di gas metano.
A partire da queste evidenze, lo studio indaga il potenziale di riduzione dei consumi e delle emissioni associati a questi due settori mettendo in evidenza come soluzioni organizzative efficaci e tecnologie efficienti consentirebbero di ridurre fino al 76% il fabbisogno di energia finale, determinando una riduzione di oltre l’80% delle emissioni di CO2, che passerebbero dalle attuali 815 mila a 150 mila tonnellate/anno, riducendo il fardello associato a ogni abitante da 3,14 a 0,59 tonnellate ogni anno. Ma non solo. Lo studio evidenzia anche come la riduzione del fabbisogno energetico sia la vera chiave di volta per rendere più agevole il cammino verso la completa decarbonizzazione dei consumi, rendendo possibile coprire il fabbisogno residuo di energia finale mediante produzione da fonti rinnovabili locali.
“Per la dimensione degli impatti che generano e per i potenziali di miglioramento che consentono –ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – il contributo delle città nella mitigazione della crisi climatica è imprescindibile. Lo studio mette in evidenza sia il potenziale ancora inespresso di questo contributo, sia le possibili soluzioni da adottare nella transizione verso la neutralità carbonica. La transizione può compiersi dando concretezza progettuale alle politiche promosse dal Green Deal europeo e alle risorse stanziate nel PNRR nel quadro di un modello di economia green e circolare”.
L’analisi di scenario proposta dallo studio guarda a un orizzonte futuro senza un obiettivo temporale definito, ma le ipotesi prese in considerazione nel modello di calcolo guardano a soluzioni organizzative e tecnologie assolutamente futuribili. E anzi, molte delle soluzioni prese in considerazione sono già oggi disponibili per avviare la fase di transizione.
Per quel che riguarda le esigenze di mobilità dei veronesi, ad esempio, lo studio evidenzia come rispetto alla situazione attuale un incremento fino al 50% dell’utilizzo di soluzioni modali condivise e fino al 30% di spostamenti coperti con mezzi alternativi all’auto privata, e in particolare a piedi e in bicicletta, in combinazione con l’elettrificazione della flotta di veicoli circolanti, sia pubblici che privati, consentirebbe di risparmiare oltre 120 mila tonnellate equivalenti di petrolio di consumi di energia finale (-80% rispetto alla situazione attuale) e di ridurre del 75% delle emissioni attualmente imputabili al consumo di carburanti fossili.
Ma oltre alla riduzione dei consumi e delle emissioni di gas serra, i vantaggi di una mobilità efficiente, elettrificata nelle sue componenti di consumo e in grado di coprire il proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, riguardano anche la qualità della vita, con la riduzione degli inquinanti atmosferici locali e l’abbattimento del rumore da traffico veicolare: tutti elementi che incidono in modo determinante sul benessere di una comunità cittadina.
Proprio sul tema mobilità si sofferma Massimo Nordio, Amministratore Delegato di Volkswagen Group Italia: “Lo studio mette in evidenza e approfondisce alcuni aspetti chiave e offre spunti di riflessione notevoli. Dati alla mano, emergono principalmente due considerazioni: la prima è che l’elettrico è una soluzione concreta, la tecnologia migliore e più efficiente per raggiungere i target climatici globali, e assume un ruolo ancora più rilevante nel contesto urbano. Per questo è fondamentale accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, con l’impegno tangibile e coordinato di tutti i player coinvolti: costruttori automobilistici, aziende energetiche e istituzioni. Per quanto ci riguarda, l’obiettivo del nostro Gruppo è la carbon neutrality e per centrarlo stiamo lavorando su tutti gli aspetti necessari, con una visione ampia che mette al centro l’e-mobility ma va molto oltre al prodotto, tenendo conto dell’intero ciclo di vita di un veicolo. La seconda considerazione è che lo sharing, rigorosamente a zero emissioni, può essere una risorsa importante per le città. Se pensato in maniera intelligente, può diventare uno strumento privilegiato per la diffusione della mobilità elettrica e contribuire al cambiamento culturale attraverso l’esperienza diretta”.
Per quel che riguarda l’abitare a Verona, a parità di benessere, il risparmio di energia termica associato alla riqualificazione degli edifici insieme all’elettrificazione di tutti i consumi finali domestici – per sfruttare la maggiore efficienza delle tecnologie disponibili (come nel caso delle pompe di calore elettriche per il riscaldamento e raffrescamento) – nonché all’installazione di soluzioni domotiche IoT a supporto della programmazione dei consumi da parte degli utenti, consentirebbe di ridurre del 75% dei consumi finali e del 64% le emissioni di CO2 del settore residenziale.
Secondo gli scenari analizzati dallo studio, rendere più efficiente e full electric il muoversi e l’abitare a Verona consentirebbe di ridurre fino al 76% l’energia finale consumata per queste attività, che passerebbe dalle attuali 294 mila a 70 mila tonnellate equivalenti di petrolio. Una situazione che, al netto della quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili già installata in città, consentirebbe di soddisfare il fabbisogno residuo moltiplicando per 13 la potenza degli impianti fotovoltaici già attivi sugli edifici nel territorio comunale: una sfida certamente impegnativa ma non impossibile se alla crescita attesa di impianti fotovoltaici privati in ambito residenziale, anche grazie agli strumenti di incentivazione già disponibili, come il Superbonus 110%, si accompagnano investimenti in ulteriori installazioni da parte dell’amministrazione, ad esempio sulle superfici libere degli edifici pubblici o nelle aree industriali dismesse.
“Uno dei tasselli per l’obiettivo della città carbon neutral è il concetto dei 15 minuti – spiega il Sindaco di Verona Federico Sboarina -. I cittadini devono trovare servizi, svago e occasioni a questa distanza nei propri quartieri. Ed è il cambiamento che abbiamo avviato per Verona con due strumenti fondamentali: il Pums, Piano urbano della mobilità sostenibile che incentiva nuove forme di mobilità; e la rigenerazione urbanistica che porterà la rigenerazione di tante aree dismesse con funzioni pubbliche e molti servizi in molte zone di Verona. Da non dimenticare, inoltre, che l’efficientamento energetico, la riduzione dei consumi, il miglioramento dell’ecosistema urbano, passano anche attraverso progetti allargati di rinnovamento dei servizi pubblici. Su questo fronte, dal 2018, da parte del Comune e aziende partecipate, sono stati investiti 38 milioni di euro, in favore di ambiente, mobilità sostenibile e miglioramento del sistema di trasporto pubblico. Il tutto per l’incremento, ad esempio, di piste ciclabili, raddoppio delle ciclostazioni del Bike Sharing in tutti i quartieri, rinnovo flotta autobus trasporto locale. E, ancora, saranno sostituiti 35.000 punti luce, con nuove sorgenti a LED, con un risparmio energetico di kWh 15.076.612, pari al 65% in meno dell’energia consumata”.
La neutralità climatica delle città, che è una delle tessere principali del green city approach, sarà il tema della IV Conferenza nazionale delle Green City, organizzata dal Green City network il prossimo 8 luglio, in occasione della quale verrà presentata la “Carta delle città verso la neutralità climatica”.