Obiettivo politico dell’Amministrazione comunale è stato quello di perseguire una qualità diffusa di gestione su tutto il patrimonio verde della città, riportando in primo piano il valore del sistema verde di Casalecchio, secondo una scala valoriale che metta sullo stesso piano sostenibilità ambientale, sociale ed economica, tre elementi indissolubili per chi governa una realtà territoriale come quella di Casalecchio di Reno che vanta un patrimonio di verde pubblico di oltre 250 ettari, con il Parco della Chiusa come elemento di grande rilevanza ambientale e 52 parchi diffusi nel territorio.
Il 29 ottobre 2019 è stato firmato il contratto di concessione di servizio integrato di gestione del verde urbano del Comune di Casalecchio di Reno, che comprende il Parco della Chiusa e tutte le aree verdi della città, ad esclusione del verde scolastico e delle piazze centrali. Con la firma si è concluso il lungo procedimento amministrativo che ha visto il coinvolgimento della cittadinanza, degli stakeholder locali e degli enti preposti alla tutela del patrimonio vegetale ed architettonico del Parco della Chiusa (Ente Parco Emilia orientale, Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, Regione Emilia-Romagna). Fondamentale nel procedimento il contributo della Consulta ambientale e della Cabina di regia (Ente Parco, Università di Bologna, Presidente Consulta ambientale), istituite dal Comune di Casalecchio di Reno nel precedente mandato amministrativo.
Si tratta di un contratto di partenariato pubblico-privato con una concessione di 19 anni del valore complessivo di 13 milioni di euro. Vincitore dell’appalto è risultato il Raggruppamento “La Chiusa”, che comprende Copaps (cooperativa agricola sociale), nel ruolo di capofila, La piccola carovana (cooperativa sociale), la cooperativa sociale La Città Verde e il Consorzio Edili Artigiani Ravenna Cear Soc. Coop. Cons. La concessione sottoscritta regola i rapporti tra: l il Comune, che avrà un ruolo di indirizzo strategico delle attività nell’ambito di una Cabina di regia di cui faranno parte l’Università, l’Ente Parco Emilia orientale e il presidente della Consulta ambientale; l la società patrimoniale pubblica Adopera Srl che avrà un ruolo di controllo gestionale e diretto sul territorio; l il raggruppamento “La Chiusa” che avrà il ruolo di manutentore delle aree verdi, di conduttore dell’azienda agricola del Parco della Chiusa e di attività agrituristiche e culturali connesse alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale del Comune.
Con l’approvazione di questa forma di partenariato pubblico-privato l’Amministrazione ha posto un punto fermo sulle politiche gestionali del verde della città, tracciando e definendo una politica ambientale tesa alla salvaguardia del verde complessivo nella sua interezza, in base ai principi di biodiversità e di fruizione pubblica, rivolta a tutti i cittadini, dove approccio scientifico, tecnica, innovazione, inclusione sociale ed economia saranno le linee guida dei progetti e della gestione, con un attento controllo dei risultati.
La scelta di integrare le gestioni del verde pubblico comunale di circa 250 ettari, di cui 150 di verde urbano e circa 100 del parco pubblico della Chiusa in un’unica concessione di servizi, oltre ad una volontà politica della Amministrazione, nasce dalla consapevolezza che i modelli gestionali del verde in ambito urbano vanno sempre più nella direzione di dotare i territori di “reti ecologiche”.
Casalecchio ha già un ampio territorio coperto dal verde e una buona struttura di rete ecologica che questa nuova modalità di gestione permetterà di governare meglio con una previsione di aumento negli anni. Questo modello ha inoltre il vantaggio di ottimizzare i costi manutentivi complessivi. Si tratta di un’evoluzione rispetto alle due diverse modalità manutentive che dal 1976 hanno caratterizzato la gestione del verde pubblico a Casalecchio, tenendo distinte le aree a parco e quella del Parco della Chiusa.
I due modelli gestionali, sia pure per ragioni diverse, hanno nel tempo manifestato criticità. Contestualmente, con l’aggiornamento dei contratti di servizio che regolano i rapporti tra il Comune e la società in house Adopera, si è avviata un’ampia attività di riorganizzazione dei servizi per ottimizzare l’impiego del personale e la gestione della spesa pubblica destinata alle attività manutentive e gestionali del patrimonio verde pubblico. In questo assetto riorganizzativo, si è analizzato, insieme al modello gestionale in grado di mettere a sistema sia la parte ambientale sia quella agricola per migliorare complessivamente la qualità ambientale del verde, anche il risparmio ottenibile fondendo i due diversi affidamenti manutentivi in un’unica forma. Per affrontare la complessità degli obiettivi e delle tematiche che l’Amministrazione intendeva risolvere attraverso la nuova forma di affidamento del servizio integrato di gestione del verde pubblico comunale e del Parco della Chiusa, si è costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da funzionari comunali e della Società in house del Comune, esperti nella manutenzione del verde e nella manutenzione degli edifici e nella gestione dei costi connessi a tali attività.
A questi, come prefigurato dall’art. 183, comma 2 del D. Lgs. 50/2016, si sono affiancati un esperto agronomo per approfondire le tematiche di gestione delle attività agricole, un esperto delle tematiche economico-finanziarie per sviluppare il modello dei flussi/ricavi del sistema di attività date in affidamento all’esterno, un esperto nelle forme di partenariato per individuare la formula più adeguata e rispondente alla legge per raggiungere gli obiettivi innovativi posti dall’Amministrazione. Il gruppo di lavoro è stato esteso anche all’Università di Bologna per le particolarità delle attività di conservazione delle specie protette presenti nel parco e per le tecniche di conduzione del bosco tramite una Convenzione con il Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali – BIGEA. Come previsto nelle Linee guida approvate in Consiglio comunale con la deliberazione n. 32 del 6 aprile 2017, è stato inoltre istituito un organo di controllo, denominato Cabina di Regia, che ha al suo interno rappresentanti del Comune e soprattutto organi terzi, quali l’Ente Parco Emilia Orientale, Unibo-BIGEA, il Presidente della Consulta Ambientale, ecc.
Il modello contrattuale di affidamento scelto dal Comune di Casalecchio è stato quindi quello del Partenariato pubblico privato (PPP). Solo attraverso il PPP è infatti possibile trovare un equilibrio economico-finanziario per gestire il complesso patrimonio verde di Casalecchio. Per quanto riguarda le aree verdi pubbliche, la valutazione ha fatto emergere, sotto il profilo economico, quali sono le ottimizzazioni possibili, a partire dal risparmio di risorse di personale e di spese di rinnovo dei macchinari necessari alla manutenzione del verde e ormai prossimi alla rottamazione (euro 150.000 circa). Un ulteriore risparmio che si otterrà deriva dall’affidamento esterno delle aree pubbliche di grande dimensione o di tipologie particolari come i grandi parchi e le alberature stradali. Mentre rimarrà in gestione alla società in house del Comune la manutenzione delle aree di piccola dimensione. Sottolineiamo che il canone posto a base di gara corrisponde all’attuale spesa pubblica complessiva per i due affidamenti, oltre 150.000 euro complessivi al fine di sostenere gli investimenti iniziali del partenariato. Ulteriore nodo che la fusione delle due forme di affidamento in un’unica concessione di servizi può sciogliere riguarda la conduzione dei terreni agricoli, il restauro degli edifici al servizio del centro aziendale agricolo e la gestione degli edifici interni al Parco della Chiusa recuperati per funzioni di ospitalità e di divulgazione culturale e che esulano dall’ambito di attività proprie del Comune. Solo attraverso il partenariato pubblico privato è pertanto possibile individuare le risorse finanziarie per rendere nuovamente funzionale il centro aziendale agricolo e gestire la coltivazione agricola dei terreni traendo risorse da attività di impresa quali l’agriturismo che non appartengono né all’esperienza né alla competenza del Comune.