Milano – Piano di Governo del Territorio, un piano urbanistico rigenerativo

Piano di Governo del Territorio, un piano urbanistico rigenerativo

 

 

Regione: Lombardia

Comune: Milano

Anno di approvazione: 2019

 

 

Il Piano di Governo del Territorio di Milano è a tutti gli effetti un piano urbanistico rigenerativo, che promuove in maniera estensiva sul territorio interventi di rigenerazione urbana e ambientale ripetibili, di complessità limitata ma incisivi sulla qualità urbana. Definisce articolati dispositivi che coinvolgono una pluralità di spazi, non solo dismessi o sottoutilizzati, che vanno dal patrimonio edilizio esistente, con le sue aree pertinenziali, agli spazi aperti o costruiti degradati, dagli spazi pubblici asserviti alla circolazione dei veicoli, alle aree aventi usi agricoli, poste ai margini dei parchi.

 

A partire dalla rigenerazione, il Piano rafforza la costruzione di reti ecologiche, valorizza le proprie infrastrutture verdi e blu, costruisce reti e relazioni ambientali mediante strumenti che consentono il risparmio di suolo e la riconquista di quello già sfruttato, invitando la naturalità ad insinuarsi nel costruito attraverso interventi puntuali di riconnessione di spazi pubblici e privati, di riforestazione, di “rigenerazione ambientale” di luoghi degradati e frammentati.

 

Attraverso la rigenerazione il Piano aumenta la propria resilienza di fronte ai cambiamenti che impattano sull’ecosistema urbano, impone nuovi standard ambientali da raggiungere attraverso progetti di citta pubblica e privata capaci di far ricorso a sistemi tecnologici e scelte progettuali avanzate.

 

Con la rigenerazione urbana e ambientale il Piano si pone l’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo.

Il Piano di Governo del Territorio (PGT) è uno strumento della pianificazione locale che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale. Il PGT si articola in tre diversi atti:

  • Documenti di Piano,
  • Piano delle Regole,
  • Piano dei Servizi.

 

 

Box: Aspetti del Piano correlati con la Carta per la rigenerazione urbana delle green city

 

 Fermare il consumo di suolo

  • Riduce del 4% il consumo di suolo rispetto allo strumento previgente.
  • Tutela 1,7 milioni di metri quadri dalla possibile urbanizzazione attraverso il ridimensionamento delle previsioni insediative rispetto allo strumento previgente.
  • Vincola oltre 3 milioni di metri quadri destinando all’agricoltura le aree libere e/o coltivate poste ai margini della città in prossimità dei grandi parchi a cintura della città.

 

Adottare misure incisive per la mitigazione climatica e Adottare misure per l’adattamento

  • Contiene la previsione di 20 nuovi parchi.
  • Impone nuovi standard ambientali per favorire la riduzione delle emissioni di gas serra e di carbonio e la mitigazione degli eventi climatici attraverso regole performanti e parametri prestazionali stringenti sull’edificato esistente e di futura realizzazione.
  • Individua le Infrastrutture verdi e blu per creare una rete di aree sia naturali di alta qualità sia semi-naturali con molteplici caratteristiche ambientali, che forniscono servizi ecosistemici, migliorando la capacità di drenaggio delle acque meteoriche e limitando le isole di calore.
  • Assume la realizzazione di servizi ecosistemici come dotazione territoriale a seguito della realizzazione di interventi edilizi.
  • Individua gli ambiti di rigenerazione ambientale in cui si incentivano interventi di rinaturalizzazione e forestazione urbana attraverso interventi di sottrazione e diradamento dell’edificato e il trasferimento dei diritti edificatori. – Promuove e incentivare la sostenibilità ambientale e la resilienza urbana mediante l’introduzione di nuovi standard per la di riduzione e minimizzazione delle emissioni di carbonio, di miglioramento del drenaggio e microclima urbano.
  • Prevede per tutto il patrimonio edilizio, esistente e di nuova costruzione, regole stringenti per la riduzione delle emissioni di carbonio (raggiungimento della neutralità carbonica e/o riduzione del 15% di emissioni di CO2e rispetto ai valori emissivi associati all’Epgl).
  • Introduce l’indice di “Riduzione Impatto Climatico”, inteso come rapporto tra superfici verdi e superficie territoriale dell’intervento, per la riduzione dell’impatto climatico e stabilisce le percentuali computabili come verde dei diversi tipi di intervento (es. tetti verdi architettonicamente integrati negli edifici e dotati di strato drenante: 70%; coperture verdi di manufatti interrati dotate di strato drenante: 50%; pareti verdi architettonicamente integrate negli edifici: 30%; ecc.)

 

Migliorare la qualità urbanistica

  • Prevede la rigenerazione diffusa del Tessuto Urbano Consolidato applicando il principio dell’indifferenza funzionale e la diversificazione dell’Indice di edificabilità Territoriale massimo (0,7/1 mq/mq) in base alle aree in cui si interviene e ai criteri di accessibilità.
  • Riduce le dotazioni per servizi in maniera differenziata a seconda degli ambiti di intervento all’interno del Tessuto Urbano Consolidato.
  • Prevede incentivi per il recupero di edifici abbandonati e degradati entro tempistiche massime date. In alternativa non prevede la possibilità di riconoscimento della SL esistente.
  • Prevede incentivi per il recupero dei piani terra commerciali con la possibilità di scomputarne la SL fino a 250 mq in ambiti oggetto di Rigenerazione.
  • Individua specifici ambiti da rigenerare, aventi caratteristiche e problematiche differenti, in cui applicare in maniera prioritaria una serie integrata di norme, parametri e azioni differenziate finalizzate ad attivare processi di rigenerazione diffusa, sia su spazi privati che su spazi pubblici.

 

Puntare sull’elevata qualità del patrimonio costruito

  • Promuove tramite premialità l’utilizzo di concorsi per la redazione di piani e/o progetti architettonici, al fine di favorire il confronto tra diverse soluzioni e migliorare l’offerta qualitativa.
  • Prevede incentivi per il recupero di edifici abbandonati e degradati entro tempistiche massime date incentivandone il recupero entro 18 mesi.
  • Individua specifici ambiti, che comprendono sia spazi pubblici e che privati, aventi caratteristiche e problematiche differenti, su cui attivare processi di rigenerazione, stabilendo per ciascuno ambito specifici e differenziati strumenti e procedimenti che, lavorando in sinergia, consentono una riqualificazione del costruito.
  • Detta regole performanti per le nuove costruzioni, per minimizzare i consumi energetici, rinaturalizzare e massimizzare la superficie permeabile in città, per ridurre le emissioni di CO2, sia nelle nuove costruzioni che negli interventi sul patrimonio edilizio esistente.

 

Aumentare le infrastrutture verdi

  • Prevede la realizzazione di una rete ambientale (Rete Ecologica Comunale) la cui struttura portante si basa sulle Infrastrutture verdi e blu che si innestano nel costruito a partire dagli elementi naturali posti ai margini della città. Preserva gli elementi naturali e semi naturali esistenti e ne prevede di nuovi lungo la viabilità attraverso l’incremento della dotazione arborea.
  • Propone la realizzazione di un nuovo PLIS (parco locale di interesse sovracomunale).
  • Individua una rete multifunzionale di aree naturali, seminaturali e costruite in ambito urbano (infrastrutture verdi e blu) in cui applicare interventi atti a ridurre la mobilità motorizzata a favore di sistemi di trasporto pubblico e privato sostenibili e della mobilità dolce, in grado di fornire contemporaneamente servizi ecosistemici per la mitigazione climatica (mitigazione isole di calore, drenaggio delle acque).
  • Incentiva l’attuazione degli interventi di naturalizzazione attraverso l’assunzione dei servizi ecosistemici tra le dotazioni di servizi.

 

Di seguito progetti – in coerenza con il Piano di Governo del Territorio:

  • Progetto Piazze Aperte che prevede una serie di interventi di Urbanistica Tattica, ossia interventi a costo contenuto e di veloce realizzazione, finalizzati a restituire spazi ai pedoni sottraendoli a quelli della mobilità e della sosta degli autoveicoli (piazza Dergano, piazza Angilberto, Porta Genova e Spoleto-Venini).
  • Gli interventi sugli spazi urbani di Milano 2030 richiedono il concorso di idee e operatività tra loro molto differenti: le policy con impatti urbani e territoriali (Piano Quartieri, PON Metro e altri progetti europei, Sharing City, C40-Reinventing Cities, ecc.), i progetti infrastrutturali (PUMS, Circle Line, SFR/stazioni, M4/M5, nodi interscambio, ecc.), i progetti ambientali (Rotaie verdi, RiconnettiMI, ReLambro, Riapertura Navigli, PAES, ecc.), il Piano Triennale delle Opere Pubbliche, il Bilancio Partecipativo, ForestaMi, Piazze Aperte, insieme agli effetti “locali” delle grandi trasformazioni di scala metropolitana in divenire e delle forme inedite di negoziazione verticale (Patto per Milano e Patto per la Lombardia).